Per questo 25 aprile volevamo fare qualcosa di speciale, visitare un posto dove non eravamo stati, che occupasse poco tempo e che non fosse troppo lontano da noi.
Il Castello di Bracciano è apparso per caso sulla mia homepage di Facebook con una improbabile citazione accanto.
Così, abbiamo lasciato la nostra Nettuno nella tarda mattinata, e via!
Arrivati a Bracciano, troviamo parcheggio sulla Via del Lago che praticamente porta diretta al Castello; in realtà, il Castello ha un parcheggio apposito, ma, nonostante la bassa affluenza, era già pieno!
Così, dopo circa 200mt a piedi, eccoci al cancello, dove leggiamo “Ingresso Castello Odescalchi” e alcune informazioni principali.
Di fronte al Castello c’è una grande piazza d’armi in ciottoli bianchi, che attraversata fino al suo margine sinistro, si affaccia sul lago che in quella fredda mattinata brillava frastagliato dal vento freddo e dalle vette innevate che ancora resistevano nonostante l’arrivo della primavera.
Il Castello si erge glorioso sulla nostra destra: guardiamo attentamente, e scorgiamo delle persone che si calavano dalla cima del torrione principale! Stavano eseguendo il percorso avventura, sfidando paura e freddo per guadagnare un brivido di adrenalina e pericolo.
Varchiamo il cancello, e percorriamo una breve rampa prima di raggiungere la biglietteria, che si trova all’interno del Castello insieme al bookshop dove si possono acquistare tanti gadget a tema “medievale – cavalleresco” e, nel frattempo, scopriamo che ci sarebbe stata una visita guidata in italiano.
La signora della biglietteria è molto gentile e ci spiega che la visita non si può prenotare, per cui dovremo tornare in tempo per l’inizio del tour, è però inclusa nel prezzo del biglietto.
Acquistiamo intanto i biglietti di ingresso: il biglietto intero costa € 8,50. Cliccando sul link alla fine del post verrete trasportati sul sito ufficiale del Castello Odescalchi di Bracciano, dove potrete avere tutte le informazioni dettagliate e aggiornate sul costo dei biglietti, eventuali riduzioni e orari delle visite guidate.
Biglietti alla mano, torniamo indietro e decidiamo di dare un’occhiata alla cittadina.
Bracciano è un borgo nella provincia a nord di Roma da cui dista circa 40 km; conta quasi 20 mila abitanti e domina l’omonimo lago, conosciuto anche come “Lago Sabatino”.
Al di fuori di uno dei numerosi bar che popolano il bellissimo borgo storico, incontriamo un pittoresco signore del luogo, con dei bellissimo baffi folti ed arrotolati sulle punte, che con rara disponibilità ci ha raccontato con orgoglio quelle che sono le origini della sua bella città.
Origini non certe, ci ha detto.
Un po' di storia...
Intorno al IX secolo, a seguito delle incursioni dei saraceni nel territorio braccianese, i proprietari terrieri iniziarono la costruzione di castelli e fortificazioni, denominati “castrum”, dove trovarono rifugio i contadini.
Verso la fine del 1100 la Famiglia dei Prefetti di Vico divenne proprietaria del territorio di Bracciano: il nome deriva dal condottiero Braccio da Montone (della famiglia Fortebracci) che aveva costruito varie fortificazioni nei territori che controllava; erano infatti chiamate “Casa di Braccio” e si trovavano in posizioni strategiche e corrispondono alle attuali città di Todi e Cascia.
C’è da aggiungere che, da alcuni documenti, risulta il nome “Castrum Brachiani”.
Alcuni secoli più tardi, nel 1419, papa Martino V cedette il feudo di Bracciano ad un ramo della famiglia Orsini.
Da quel momento il piccolo borgo formato da pescatori e contadini, iniziò a fiorire.
Fu proprio in questo periodo, nel 1470 precisamente, che venne costruito il famoso Castello, nato come fortezza militare ma allo stesso tempo splendida dimora e simbolo di Bracciano.
L’edificazione fu voluta da Napoleone Orsini e suo figlio Virginio.
Nel 1485 il Castello fu poi devastato e saccheggiato dalle truppe papali guidate da Prospero Colonna.
Qualche decennio più tardi, terminata la disputa con Papa Alessandro VI, gli Orsini si riappropriarono del Castello avviando un opera di restauro, continuando così l'abbellimento e l’ampliamento della struttura.
Tra tutti gli artisti chiamati ad intervenire, bisogna ricordare Giacomo del Duca, allievo di Michelangelo, chiamato a realizzare una serie di opere in occasione del matrimonio tra Isabella de' Medici e Paolo Giordano Orsini.
Nel 1696 il castello diventa di proprietà delle famiglia Odescalchi, che videro incrementare notevolmente il proprio prestigio quando uno dei suoi membri ascese al soglio pontificio con il nome di Innocenzo XI.
Proseguiamo la nostra passeggiata, alla ricerca di un posticino dove poter pranzare.
Appena fuori dal Castello, in Piazza Giuseppe Mazzini, ci sono molti ristoranti carini e invitanti.
Purtroppo, essendo un giorno di festa e non avendo prenotato in anticipo, fatichiamo un pochino a trovare un posto.
Alla fine decidiamo di entrare nella trattoria “La regina” dove a poco prezzo abbiamo mangiato bene.
Dopo pranzo ne approfittiamo per visitare la città, perdendoci nei vicoli del borgo.
Osservando Bracciano, spicca da subito la sua identità medievale, vie strette e cunicoli cechi che si snodano in un groviglio di scale e curve che caratterizzano il paesaggio, ma che muta quasi impercettibilmente in uno stile più moderno nella città, come la bella Piazza IV Novembre che ospita il Municipio e dalla quale si può ammirare il Castello in tutta la sua maestosità!
Torniamo verso il Castello, la nostra visita guidata sta per iniziare!
Dopo aver superato i cortili ornati con rose, che troviamo anche nello stemma della Famiglia Orsini, entriamo attraverso un portale non troppo grande in una sala con la doppia funzione di scuderia e granaio; la guida ci fa notare la piccola scultura di un orso erto su due zampe (simbolo della Casata Orsini) che sorregge lo stemma della famiglia posizionato sul corrimano di una grande scalinata che va verso il cortile interno.
Attraversiamo una piccola porta che ci porta su una scala a chiocciola; arriviamo al primo piano, dove ci sono le stanze e i vari saloni dove venivano ricevuti gli ospiti e si organizzavano incontri importanti tra il Papa, la sua famiglia, capi militari e nobili.
Un susseguirsi di ampie stanze finemente ornate con affreschi, collegate tra loro da piccole porte a lato quasi senza una chiara disposizione.
La Sala Papalina, situata nella Torre Nord, nota per aver ospitato Papa Sisto IV della Rovere nel 1481, in fuga dalla pestilenza che flagellava Roma; la Sala del Trittico, nota per il trittico di una pala d'altare del Cinquecento che raffigura un'annunciazione ad opera di Antoniazzo Romano; c’è poi
la Sala Umberto, dove re Umberto I dimorò nel 1900; la Sala del Pisanello, chiamata così per lo stile degli affreschi del fregio, che si ispirano alla scuola di Antonio di Puccio Pisano, uno dei maggiori esponenti dell’arte gotica italiana; la Sala dei Cesari, chiamata così per i busti dei Cesari collocati intorno alle pareti. È la sala più ampia dell'ala nord; la sua particolarità è il grande affresco di Antoniazzo Romano che celebra due fondamentali momenti della vita di Gentil Virginio Orsini: la cavalcata a capo delle truppe aragonesi verso Bracciano e l'incontro con Piero de' Medici; la Sala degli Orsini, detta degli Orsini perché qui si ritrovavano i ritratti della casata, purtroppo perduti nel tempo; la Sala Gotica, così chiamata per lo stile neogotico fortemente voluto da Baldassarre Odescalchi.
Tra tutte le sale, spicca la Sala d’Ercole, la stanza è così chiamata per l’affresco sotto il soffitto raffigurante episodi della vita di Ercole. Qui è posta la maggior parte della collezione di armi della famiglia Odescalchi. La collezione di armi fu iniziata dal principe Ladislao Odescalchi nel secolo XIX ed ultimata dal principe Innocenzo Odescalchi.
Si possono osservare armi ed armature dal XV al XVII secolo, picche, alabarde, lance e spade. Una bellissima armatura equestre da torneo milanese del secolo XV ed anche due armature tedesche del secolo XVI.
In fine la Sala di Isabella, detta anche sala Rossa per il colore degli arazzi che in origine ne ornavano le pareti.
Una storia che ci ha molto colpito è quella di Isabella De’ Medici: la guida ci ha infatti raccontato di quanto la moglie di Paolo Giordano Orsini conducesse una vita sregolata e perversa, collocata poi in quel periodo storico è ancora più sorprendente!
La bella Isabella infatti, amava organizzare feste dove si presentava poco vestita; al termine di queste, attirava le sue conquiste nella “Camera Rossa” dove, dopo ore di passione, prometteva ai malcapitati di raggiungerli.
I poveretti invece, venivano fatti transitare in un corridoio buio e scomodo, al termine del quale non vi era nessun salottino di attesa, bensì un tranello, studiato proprio dalla donna!
Gli uomini cadevano così in una botola, scivolando in un pozzo a rasoio, sul quale fondo vi era della calce viva, in modo che i loro corpi sparissero per sempre!
La stanza è molto bella, è ancora presente il letto a baldacchino utilizzato da Isabella, pregevole mobilia del tempo e il soffitto, in legno, presenta un dipinto del XV secolo di Antoniazzo.
E il trabocchetto è ancora visibile! Ma non abbiate paura, il pozzo è stato murato!
Sebbene Paolo Giordano Orsini fosse a conoscenza della condotta sconveniente della moglie, volle averne conferma: si recò così in chiesa un giorno e ascoltò le confessioni di Isabella.
Risolvette in modo molto drastico: la sera stessa infatti, strangolò la moglie. In questo modo poté vendicare tutte le umiliazioni che aveva subito nel tempo.
Camminando nel castello si ha la sensazione di distinguere ancora la misteriosa presenza di Isabella de Medici; la guida ci ha anche detto che, alcuni racconti locali, narrano di avvistamenti sporadici sulle sponde del Lago di una dama in abiti cinquecenteschi.
Visitiamo altre stanze salendo le scale a chiocciola; ai piani superiori il pavimento sembra cedere ad ogni passo, la guida ci informa che è colpa del castagno di cui è fatto, un legno flessibile, ma ci assicura anche che reggerà!
Continuiamo a salire fino alla vecchia rocca dalla quale si può godere di una visuale meravigliosa della corte e del lago.
Rimaniamo il tempo sufficiente per contemplare tanta bellezza; scendendo, visitiamo il cortile interno e le cucine: appare ovvio il motivo per cui tante celebrità scelgano in castello Odescalchi per celebrare il proprio matrimonio, è una scenografia stupenda anche se dicono che non porti bene.
Scendiamo la scalinata citata in precedenza con la piccola statua dell’orsetto sul corrimano ed usciamo dal Castello.
Cosa possiamo dire?
Un Castello che merita di essere visitato, forse si nota troppo la modernità in alcune cose, in alcuni momenti si ha la sensazione di visitare una location per ricevimenti tra una cerimonia ed un'altra, ma l'atmosfera cavalleresca si respira ancora e se chiudete gli occhi sembra di sentire la musica medievale tra le mura di questa residenza.
Le cose da fare sono moltissime e sicuramente ci torneremo per provare uno dei percorsi avventura.
LINK UTILI:
http://www.odescalchi.it
FONTI:
Wikipedia
Grazie per aver letto uno dei primi articoli di questo blog, stiamo lavorando per migliorarci, rimanete con noi e vi porteremo in giro per il mondo, sempre con un obiettivo di viaggio.
TESTO: Jessica e Simone
FOTO: Simone Scibelli Fotografia